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Bambini, casa e pericoli

L’altro giorno mi è successa una cosa pazzesca. Uno dei peggiori incubi di una madre si è avverato. Lo so, fra un anno ci riderò su, ma lì per lì non è stato piacevole. Ero da mia madre con i miei bambini di 3 e un anno e mezzo, stavamo giocando fuori al balcone. Mentre raccolgo le cose che avevano sparso per terra, il più piccolo entra dentro casa e chiude la porta finestra lasciando me e mia figlia bloccate fuori. E sì, prima che me lo chiediate, sono sola a casa con il cellulare rimasto dentro. Mio figlio all’inizio pensa sia un gioco: ridacchia, sembra prenderci pure in giro mangiucchiando pezzi di pera abbandonati sul tavolo. Si diverte a vedendo che mi sbraccio e urlo per chiedergli di tirare su la maniglia. Ma ha solo un anno e mezzo, ovviamente non riesce. Se solo avessi avuto uno di questi blocca porte, tutto questo non sarebbe accaduto! Ma ormai è successo e né io né la mia figlia di 3 anni siamo McGiver, per cui rinunciamo subito ad utilizzare forcine ed uncini per tentare di aprire la robusta porta.

Ora bisogna evitare che il piccolo vada nelle altre stanze col rischio di farsi male. Quindi di fronte a me ho due strade: lasciarmi andare e mollare oppure trovare una soluzione per tenere mio figlio a vista finché mia madre non torna. Ma…fermi tutti! Io sono una guida turistica, ho vissuto momenti simili quando, a causa di qualche imprevisto, mi sono trovata in situazioni spiacevoli al Vaticano o al Colosseo: file sotto alle intemperie, deviazioni con percorsi forzati (A proposito, se volete evitare tutto ciò, dovreste provare a venire ora oppure in bassa stagione, tra novembre e marzo)…Anche in quei momenti avrei potuto mollare abbandonandomi alla disperazione oppure cercare di rimanere positiva e risolvere il problema, non rovinando troppo l’esperienza ai miei clienti. Ho scelto la seconda opzione.

Sono una guida, intrattengo per professione, ora devo farlo per il mio cliente più importante: mio figlio. Così comincio a cantargli tutto il repertorio di Coccole sonore che mi viene in mente. All’inizio lui piange perché si rende conto che è solo. Poi finalmente si calma e comincia a partecipare a balletti, canzoncine cucù settete.. Tengo duro finché non arriva mia madre che magicamente riapre il balcone e ci fa rientrare.

Tutto è bene quello che finisce bene!

Perché vi racconto tutto ciò? Perché ho sempre pensato che da quando sono diventata madre sono anche migliorata come guida turistica. Beh, quel giorno è accaduto il contrario: la mia esperienza di guida mi ha reso una mamma un po’ migliore.

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